Donne e vino tra passato e presente

Donne e vino tra passato e presente

Un rapporto cambiato profondamete nel corso del tempo

Donne e vino tra passato e presente
Donne e vino, un binomio affascinante e in continua evoluzione. In occasione della Festa della Donna, vi siete mai chiesti quale legame unisce la donna al vino? E se oggi è cambiato qualcosa rispetto al passato? E, ancora, se ci sono delle differenze in questo rapporto rispetto a quello che lega l’uomo con questa prelibata bevanda?
 
Andiamo per ordine. Lo scorso anno, durante il Vinexpo di New York, Lulie Halstead, fondatrice e ceo di Wine Intelligence, ha affrontato proprio questo tema: il rapporto tra donne e vino. Sapete cos’è emerso? Per prima cosa negli Stati Uniti uomini e donne si equivalgono nel consumo di vino, così come in Canada e Australia. Le donne bevono più vino degli uomini in Giappone (53%) e nel Regno Unito (52%) e meno in Cina (47%).
 
E in passato è sempre stato così? Assolutamente no! Nel XV secolo a.C. il vino era uno degli alimenti base dell’antica Grecia insieme al grano e all’olio… ma solo per gli uomini. E nell’VIII secolo, quando con il termine symposion si affermò il rito collettivo in cui il vino era il protagonista della tavola, le donne furono sempre escluse. O, meglio, erano escluse le “donne oneste”, mentre partecipavano le etére, che suonavano l’aulòs e danzavano.
 
Gli scritti di Senofonte ci dicono che le giovani donne in età da figli e considerate ben educate erano totalmente escluse dal vino; al massimo potevano berne in piccolissime quantità e mescolato all’acqua. Ci sono però anche testimonianze iconografiche e nella commedia greca di eccessi nel bere riguardanti le donne. Nelle commedie di Aristofane sono frequenti sontuosi banchetti con donne che bevono vino, un’immagine che ritroviamo riprodotta anche su vasi di quel periodo. Queste testimonianze contrastanti sono un indizio che il simposio fu un tentativo forte da parte degli uomini di riservare il vino solo a se stessi, esercitando una sorta di controllo sulla donna.
 
E nell’antica Roma? Leggendo la Storia naturale di Plinio si apprendono cose spaventose. Romolo stabilì che tra i casi in cui il marito poteva uccidere impunemente la moglie c’era anche in cui l’avesse scoperta a bere vino. Il motivo di questa decisione? Diversi storici sostengono che i Romani credevano che il vino favorisse l’aborto, l’adulterio e il parlare oltremisura. Tra le varie interpretazioni sui motivi del divieto la più probabile è che i Romani temevano che, bevendo vino, le donne potessero perdere il controllo comportandosi in maniera disdicevole. D’altra parte Valerio Massimo scrisse che “la donna avida di vino chiude la porta alla virtù e la apre ai vizi” (Val. Max. 6.3.9).
 
Un episodio citato da numerose fonti è quello del cavaliere Egnazio Metennio. Quando vide la moglie bere vino, la uccise a bastonate. Fu assolto da Romolo e dalla comunità: tutti valutarono la reazione del marito una giusta punizione per la violazione della sobrietà. Mentre negli Annali di Fabio Pittore (III sec. a.C.) si scopre che una donna fu condannata a morire d’inedia solo per aver tentato di impossessarsi delle chiavi della cantina dove era conservato il vino
 
E sapete come venivano scoperte le donne che bevevano vino?  Con un bacio. Lo ius osculi (diritto al bacio) consentiva ai partenti più stretti di ogni donna di baciare le matrone quando le incontravano. Un gesto che in realtà non era per niente affettuoso, ma serviva a smascherare chi aveva bevuto vino. Le donne, tuttavia, trovarono un rimedio a questo esame non richiesto nelle foglie di alloro, che masticavano per coprire l’odore della bevanda.
 
Per fortuna quei tempi sono lontani. Per la Festa della Donna brindate insieme alle donne che vi circondano e date loro un bel bacio... ma senza secondi fini!