Da un antico racconto contadino,<br> un vino simbolo della Romagna e della sua tradizione.

Pagadebit

Da un antico racconto contadino,
un vino simbolo della Romagna e della sua tradizione.

Pagadebit

Coltivato nell'entroterra e sui pendii delle colline romagnole, il Pagadebit è uno dei vitigni simbolo della Romagna, la cui importanza ha ricevuto, nel 1989, il riconoscimento ufficiale ricevendo la D.O.C.Denominazione Origine Controllata

Ottenuto da uve di Bombino Bianco, originario delle pianure pugliesi e giunto in Romagna al tempo in cui i Bizantini governavano Ravenna e vennero chiamati gli scalpellini da Trani per lavorare il marmo, il Pagadebit deve il suo nome ad un'antica e radicata tradizione contadina del luogo.

Oggi il Pagadebit di Romagna D.O.C. non serve più a "pagare i debiti", come suggerisce il nome di derivazione dialettale, ma si rivela un vino eccellente, estremamente versatile, che si presta ad essere abbinato con numerosi piatti della tradizione romagnola: dai gustosi primi piatti, agli antipasti con affettati e piadina, ai sontuosi secondi piatti, fino ai dolci che fungono da degna conclusione ai ricchi e abbondanti pasti della tradizione romagnola. 

Si narra che...

Si dice che gli agricoltori, coltivando questo vitigno eccezionalmente resistente alle avversità climatiche ed estremamente produttivo anche nei periodi meno redditizi, riuscissero a pagare i debiti, contratti ed accumulati durante l'annata vitivinicola. Era infatti usanza consolidata tra i contadini quella di stipulare concordati anche "sulla parola", i cosiddetti Pagadett , da cui "Pagadebit" ovvero "Paga i debit!". 

L'uva del Pagadebit, infatti, grazie alla buccia spessa e resistente anche alle temperature più rigide, permette ottime raccolte anche nelle annate pessime, quando piove e le altre varietà di vitigni locali, per via della buccia molto sottile, tendono ad essere attaccate dalla muffa e a compromettere l'intero raccolto. 

Pagadebit di Romagna

È dunque sufficiente il nome di questo caratteristico vitigno per aprire e sfogliare un'antica pagina di storia contadina, dove usanze e tradizioni di un tempo lontano e ormai tramontato narrano le vicende di una passione mai dimenticata per il più prezioso dei frutti della terra: il vino. 

Se oggi, a distanza di anni, è possibile gustare ancora un calice di Pagadebit di Romagna D.O.C., il merito spetta ai viticoltori di Bertinoro che, negli anni Sessanta, hanno salvato dall'estinzione un vitigno altrimenti destinato a scomparire dalle campagne locali come tanti altri vitigni minori. In Romagna, infatti, il Pagadebit si coltiva prevalentemente sulle colline del Forlivese e del Cesenate: lo scopo era quello di favorire una produzione circoscritta e limitata del prodotto, che permettesse di raggiungere elevati standards dal punto di vista qualitativo. Il risultato all'impegno degli agricoltori romagnoli è stato il riconoscimento ufficiale della D.O.C. nel 1989, un traguardo davvero importante nel percorso di valorizzazione e preservazione di questo vitigno tanto importante nella storia dell'enologia romagnola. 

Il Pagadebit di Romagna D.O.C. ai giorni nostri

Dotato di un ridotto tasso alcolometrico e di un'eccezionale freschezza al palato, il Pagadebit regala piacevoli sensazioni fruttate e floreali, lievemente erbacee, che si sprigionano nel naso con un'ottima e gradevole persistenza olfattiva. Gli aromi liberati dal Pagadebit ricordano quelli dolci, delicati e pungenti del tenero Biancospino e della Felce che cresce selvaggia nella macchia boschiva collinare. 

Dal colore tenuemente paglierino, screziato di riflessi e sfumature che a tratti virano al verdognolo brillante e talvolta raggiungono le preziose iridescenze dell'oro, il Pagadebit di Romagna presenta un gusto secco, avvolgente, fragrante, ma che non sconfina mai in sapori aggressivi. 

Questo vino gentile, dall'indole combattiva e coriacea, vanta una classe ed una complessità paragonabili, talvolta, a quelli della più classica Albana.